Il Caval ‘d Brôns, un patrimonio da proteggere ad ogni costo
Ogni città italiana che si rispetti ha il suo monumento equestre rappresentativo: a Roma Marco Aurelio, a Padova il Gattamelata, a Venezia addirittura la quadriga dell’ippodromo di Costantinopoli e così via; Torino, la prima capitale del Regno d’Italia, non poteva certo essere da meno e così nel 1838, quando nell’aria già si respiravano quegli ideali patriottici che avrebbero portato al Risorgimento, Carlo Marochetti innalzò il Monumento a Emanuele Filiberto in piazza San Carlo, nel cuore di Torino. L’opera fu commissionata allo scultore dal Re Carlo Alberto in persona all’artista e ne fu tanto soddisfatto, pur dopo svariati cambi di progetti troppo dispendiosi ed elaborati, che innalzò l’artista al titolo di barone. Questa statua di gusto pienamente romantico è considerata il capolavoro dell’autore, il quale ha realizzato anche il Monumento a Carlo Alberto di Savoia, infatti il dinamismo restituito dall’opera racchiude appieno lo spirito indomito del Duca Testa ‘d Fer, il Savoia che trasferì la corte a Torino, dando inizio alla storia di una città fino ad allora sconosciuta ai più e facendone più di ogni altro sovrano le fortune.
I torinesi da sempre apprezzano questa scultura tanto che durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la sconfitta dell’Asse pareva ormai segnata e Torino era bersaglio di feroci bombardamenti, la coprirono con un involucro di legno appositamente preparato che, pur finendo scoperchiato dalle esplosioni, riuscì a proteggere la statua e a farla giungere illesa sino a noi. Ci auguriamo che possa rimanere sul suo piedistallo ancora lungo!
Davide Cuneo