Musei e Mostre

La magia di Tim Burton invade Torino

Articolo in collaborazione con orlandomagazine.it

The World of Tim Burton” è il titolo della mostra che il Museo del Cinema di Torino, ospitato all’interno della Mole Antonelliana, dedica – fino al 7 aprile 2024 – al 65enne grande regista e genio creativo americano. E l’inaugurazione è avvenuta alla presenza dello stesso Tim Burton, rimasto letteralmente a bocca aperta per l’allestimento dell’esposizione.
“Quando ho visto la mostra non potevo crederci”, ha detto Tim Burton: “Una location incredibile che unisce la magia dell’architettura a quella del cinema”.
Il regista è rimasto colpito dalla riproduzione del suo studio: “Rappresenta perfettamente il mio immaginario, non poteva essere realizzato meglio”.
Belle giornate torinesi di ottobre per Burton, che ha alloggiato in una suite al Grand Hotel Sitea, e che ha tenuto una “masterclass” per i suoi fan e per gli addetti ai lavori, durante la quale, al Cinema Massimo, è stato proiettato il suo leggendario film “Beetlejuice – Spiritello porcello” (1988).
Con tanto di “violet carpet” per selfie e autografi…
Da “Batman” ad “Alice in Wonderland”, dal “Mistero di Sleepy Hollow” al “Pianeta delle Scimmie”, da “La Fabbrica del Cioccolato” a “Dumbo” fino a “Wednesday”, la recente e originale serie tv – dedicata ai personaggi della “Famiglia Addams“, in particolare a “Mercoledì” – che ha appassionato il grande pubblico: nella mostra viene fuori tutta la creatività di Tim Burton, inventore e sommo sacerdote del ‘Burtonesque“, stile artistico tutto suo e particolare.


E spiccano gli aspetti dei personaggi che caratterizzano i suoi film, su tutti “i reietti incompresi” – relegati ai margini della società, ma che nei suoi film riescono a vivere la loro grande avventura – incarnati da volti iconici come quelli di Edward Mani di Forbice, la Sposa Cadavere e Jack Skeletron di “Nightmare before Christmas”.
Un vero e proprio viaggio, suddiviso in 9 aree tematiche fra 540 opere d’arte originali, nell’immaginazione irrequieta e nella sensibilità di Burton tra documenti preziosi, immagini, installazioni, video, pupazzi, costumi e bozzetti originali che il regista, nei suoi viaggi per il mondo – magari alla ricerca delle location per un film – colto da ispirazione, ha realizzato negli hotel e nei ristoranti, spesso su semplici fogli di bloc notes, pagine volanti o tovaglioli di carta.


E ci sono anche la parte sulle tecnologie e le ‘diavolerie’ del cinema moderno e un’intera sezione di scatti di Polaroid e schizzi preparatori di soggetti mai realizzati, che al cinema non hanno trovato spazio ma che resteranno comunque sulla carta.
“Il Museo del Cinema ha investito tantissimo in questa mostra”, ha spiegato il presidente Enzo Ghigo. “Abbiamo cercato di realizzare un allestimento diverso, accattivante e, considerata anche la reazione di Burton, direi che ci siamo riusciti”. “Un sogno che si realizza”, ha commentato Domenico De Gaetano, Direttore del Museo del Cinema e curatore della mostra. “Quello di Burton è un personaggio fondamentale perché piace a diverse generazioni, dai più anziani ai giovanissimi”.