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Cambio al vertice al Regio, Jouvin è il nuovo sovrintendente

Di recente è stata accolta la candidatura di Mathieu Jouvin come nuovo sovrintendente della Fondazione Teatro Regio di Torino che sostituirà il precedente Sebastian F. Schwarz, in carica negli ultimi 3 anni.
Prenderà ufficialmente il suo posto il 1 luglio, quando concluderà la sua attuale esperienza come vicedirettore generale del Theatre des Champs-Elysees di Parigi.
Dalle sue parole traspare il grande orgoglio per l’ottenimento di un ruolo di tale livello nel panorama europeo:

“Sono impaziente di arrivare in questo teatro, sarà la mia prima esperienza in qualità di sovrintendente e inoltre il fatto di lavorare fuori dalla Francia mi dà un gran senso di libertà e di eccitazione.
Il Regio di Torino ha una storia fantastica, è un grandissimo onore per me essere stato scelto per coprire una carica così importante e mi fa molto piacere essere stato selezionato in base ai miei tanti lavori europei perché credo molto nella cultura europea.
Nonostante il mio attuale incarico mi tenga impegnato sino al 1 luglio a Parigi, conto di venire comunque tutte le settimane a Torino già dai prossimi giorni per cominciare a conoscere la macchina di questo grande teatro. Non vedo l’ora di conoscere le maestranze, il coro, l’orchestra, tutti I 300 dipendenti. Il lavoro di un teatro è un lavoro di squadra, è qualcosa che deve suonare insieme.”

Così si è invece espresso il Primo Cittadino, Stefano Lo Russo:

 “Per arrivare a scegliere il nuovo sovrintendente il Consiglio di indirizzo si è riunito 8 volte è ha valutato diversi curricula d’eccezione un grande lavoro. L’arrivo di Jouvin rappresenta un tassello del percorso di rilancio e messa in sicurezza del nostro teatro, che dopo un anno e mezzo di commissariamento e l’uscita della fase cronica della pandemia, sta entrando in una nuova fase. Il primo momento di festa sarà stasera alla prima della Turandot alla quale assisterò insieme a Jouvin, al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e il direttore generale Mulé.”

Davide Cuneo