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Cesana: entusiasmo per lo Ski Dome

Un nuovo progetto per la Valle di Susa, a Cesana si fa un gran parlare dello Ski Dome: ovvero la riconversione della pista olimpica da bob, inaugurata in occasione delle Olimpiadi 2006, in un impianto sciistico al chiuso, funzionante per 365 giorni all’anno.
Lo sci in in effetti sta divenendo sempre più un grattacapo per gli appassionati e gli addetti ai lavori a causa della carenza sempre più marcata di neve, evidentemente dovuta ai mutamenti del clima e questa soluzione garantirebbe flussi turistici non da poco, una vera manna secondo i residenti, provati da stagioni difficili. Anche gli operatori e gli amministratori sembrano per lo più concordi ed al momento le più grosse criticità sembrano derivare dalla questione idrico-energetica: un impianto del genere non può infatti che essere profondamente energivoro e la creazione di neve artificiale non può prescindere dall’acqua, un bene sempre più scarso. Un problema non da poco, e su cui sono attese, in caso di via libera al progetto, risposte chiare ed ineludibili.
Per quanto riguarda invece l’investimento si parla di circa 50 milioni di euro per la creazione di un impianto di questo genere e l’idea è di sobbarcare questa cifra interamente sulle spalle dei privati, le finanze pubbliche infatti non sembrano potersi permettere grosse spese di questi tempi. Tra gli abitanti di Cesana impiegati nel settore turistico si fa un gran parlare del colosso Club Med – che ha in progetto a Sansicario un resort da 400 stanze con un investimento di 110 milioni – come possibile investitore per dar vita al nuovo Ski Dome valsusino. 
Il parere di Bendeq Soufiane, titolare della Cabassa, ristorante da 110 coperti, tra i più grandi dell’Alta Val Susa, in attività da trent’anni, sembra poter più o meno riassumere il punto di vista degli autoctoni:

“La scelta dello ski-dome in quell’area molto esposta al sole spaventa un po’. Ma se ci sono studi di fattibilità e chi lo realizzerà calcola di rientrare dei costi in 10-15 anni l’opera ha senso. Per noi operatori turistici avere turisti e sci club in paese tutto l’anno farebbe la differenza tra il dover chiudere quattro mesi su dodici e tenere l’attività sempre aperta”.

Davide Cuneo