Il Museo Egizio come il British Museum?
Una delle grandi eccellenze, per non dire la più grande, della cultura piemontese è senz’altro il Museo Egizio di Torino; per intendersi la seconda collezione più grande al mondo di reperti egizi al mondo dietro al solo mastodontico Museo del Cairo. Da anni ormai, nonostante le vicissitudini della pandemia, infatti il museo riesce ad attrarre numeri davvero elevati di visitatori ed è al momento nella mente del direttore, Christian Greco, addirittura la possibilità di renderlo gratuito per tutti, e non solo per periodi limitati o nel giorno del proprio compleanno come avviene attualmente. Un idea questa che non può non riportare alla mente la scelta del British Museum, all’avanguardia tra i suoi omologhi, e di molti altri musei pubblici londinesi che ormai da tempo hanno un ingresso gratuito con la possibilità di offrire un obolo in base al gradimento delle opere esposte o di foraggiare il museo attraverso qualche acquisto al bookshop. Si è infatti espresso così il dottor Greco in una recente intervista al Corriere della Sera:
“[…] Cosa sei disposto a pagare, tu visitatore, se ti offro delle esperienze di crescita innovative? Se, per esempio, con la realtà aumentata ti faccio fare una passeggiata nella Tebe del 1500 avanti Cristo? Voglio dire: tu entri gratis, ma se vuoi elevare la tua conoscenza allora c’è, ad esempio, una guida che ti parla degli ultimi risultati della ricerca. Quello è il costo che dovrebbe essere sostenuto da fondi pubblici o privati, ma anche dal pubblico che paga per usufruire dell’offerta. Di certo la gratuità non si improvvisa. L’eredità che vorremmo lasciare nel 2025, quando scadrà il nostro incarico, è un piano strategico nel quale, valutata ogni variabile, indichiamo una credibile sostenibilità. Al momento facciamo esperimenti: l’anno scorso, quando aprimmo per due sole settimane a febbraio, decidemmo per l’ingresso gratuito e furono due settimane di incassi eccellenti, perché molti più del solito prenotavano la visita guidata a pagamento, ed erano più disposti a spendere al bookshop. Dovremo anche incrementare il fundraising, creare un gruppo di sostenitori pubblici e privati che vogliono con il Museo un coinvolgimento in progetti curatoriali e di ricerca a lungo termine. La Cassa Depositi Prestiti, intanto, è interessata ai nostri progetti di inclusione sociale e ci ha identificati come uno dei due enti culturali del Nord Italia con cui collaborare. Una cosa è sicura: pur con la gratuità, i conti del Museo devono essere in ordine.”
Ne approfittiamo per ricordarvi che ha avuto inizio la mostra Aida proprio presso il Museo Egizio, dedicata all’opera del celeberrimo compositore Giuseppe Verdi ed all’immaginario dell’Egitto di un tempo diverso distante ormai quasi due secoli.
Davide Cuneo